HOMEPAGE

Mario Francese nasce a Pontecagnano-Faiano il 15 maggio del 1968, cresce libero e con lo spirito libero in un ambiente rurale fatto di spazie e grandi aree naturali. Già alle elementari manifesta un interesse, una bravura e una capacità rara nell’arte del disegno, che si evolve con gli anni e pertanto viene spinto dagli educatori e dai genitori a proseguire nel campo artistico.


L’iscrizione al liceo artistico Andrea Sabatini di Salerno gli permette di diplomarsi a pieni voti nel 1986. La pittura è il suo primo interesse, ma il disegno praticato giornaliermente lo avvicina alla ceramica di Vietri dove si propone come apprendista.
Ma Vietri sul Mare culla della ceramica mondiale e della bellezza dei decori, non pote sfuggire un tale talento e viene attenzionato dai titolari di due prestigiose botteghe, Bisogna Giuseppe e Romolo Apicella detto “Romoletto”. Da bisogno Giuseppe lavora insieme a Franz Brugman e Antonio Franchini.


Da Romolo Apicella imprenditore dinamico che amava chiamare nella sua bottega i migliori artisti soprattutto pittori per la realizzazione dei suoi manufatti. Qui si perfeziona la tecnica e la conoscenza di Mario Francese. Con il maestro Mario Carotenuto instaura un rapporto amichevole e professionale fatto di stima e di idee. Con il Maestro Matteo Sabino e i suoi acquerelli è fonte di continua ispirazione e il Maestro Francesco Raimondi a dargli la visione della perfezione del tratto.

Come ogni artista degno di tale appellativo ha fatto la sua escursione nella scultura del bronzo . Opera unica di cm. 50


Mario Francese è benvoluto tra i colleghi ed è da tutti riconosciuto come uno dei più abili maestri della ceramica vietrese oltre che fine pittore. Ha raccolto i trucchi, i segreti e li ha fatti propri, lavorare con i grandi pittori e ceramisti con cui ha condiviso le esperienze ne hanno fatto maturare il proprio stile univoco e la sua pennellata i suoi colori sono immediatamente riconoscibili.

Nel campo pittorico ( olio su tela) si percepiscono le idee di rivoluzione sociale tipiche di Renato Guttuso, un po’ ci viene in mente la poetica pittorica di Raimondo Lorenzetti e naturalmente Mario Carotenuto che ha avuto la fortuna di avere come primo maestro. Un disegno ispirato ai fumetti ma in ogni caso si percepisce la novità, l’idea nuova che ritorna in ogni sua opera che racconta di un “EQUILIBRIO IN BILICO” cercato, trovato o condiviso, che i soggetti di ogni sua opera esprimono. In fondo possiamo affermare che i suoi lavori sono decisamente unici ed originali, l’anima sociale il messaggio o il sogno, onirico criptico che raccontano a chi vuole percepire e ricevere il messaggio di una richiesta di aiuto o che ci trasmettono un consiglio filosofico per affrontare la vita come più ci aggrada. Trovarsi di fronte una tela di Mario Francese ci fa riflettere, ci emoziona e vogliamo farla nostra e allora? Allora smette di essere un tela e si trasforma in un desiderio di possesso di condivisione e di conseguenza di arte contemporanea.

Raimondo Romano

LA PITTURA

Nel campo pittorico ( olio su tela) si percepiscono le idee di rivoluzione sociale tipiche di Renato Guttuso, un po’ ci viene in mente la poetica pittorica di Raimondo Lorenzetti e naturalmente Mario Carotenuto che ha avuto la fortuna di avere come primo maestro. Un disegno ispirato ai fumetti ma in ogni caso si percepisce la novità, l’idea nuova che ritorna in ogni sua opera che racconta di un


“EQUILIBRIO IN BILICO”


cercato, trovato o condiviso, che i soggetti di ogni sua opera esprimono. In fondo possiamo affermare che i suoi lavori sono decisamente unici ed originali, l’anima sociale il messaggio o il sogno, onirico criptico che raccontano a chi vuole percepire e ricevere il messaggio di una richiesta di aiuto o che ci trasmettono un consiglio filosofico per affrontare la vita come più ci aggrada. Trovarsi di fronte una tela di Mario Francese ci fa riflettere, ci emoziona e vogliamo farla nostra e allora? Allora smette di essere un tela e si trasforma in un desiderio di possesso di condivisione e di conseguenza di arte contemporanea.

LA CERAMICA

Mario Francese che da anni ha orientato il suo interesse verso la ceramica nei primi del decennio ottanta frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si iscrive al corso di pittura tenuto da Armando De Stefano.
La pittura è il suo primario interesse, anche se non rinuncia al giornaliero esercizio del disegno sarà proprio questo ad avvicinarlo 10 anni fa, alla ceramica.
dapprima il suo interesse è stato per il decoro inteso come trasporto estremo della pittura: è una scelta condotta accelerando il dettato di una composizione sovraccarica, attingendo ad un impianto di matrice barocca che frammenta i piani, scompone la figurazione per affidarla alla serpentina linea che sostiene, come un invisibile architettura, la forma dei vasi o fa esplodere i piani di piccoli teatrini, a mo’ di acquasantiere.
“Mi attraevano le immagini- confida Francese- piene di linee, di spirali, avvolte su se stesse, che trascinano le figure in una sorta di movimento che anima la superficie degli oggetti”
Su questa traccia nasce una serie di opere, di oggetti che il giovane artista non firma, anzi affida all’anonimato della produzione.
Il passo verso una rinnovata “idea” di pittura, proposta cioè quale vitale anima di un nuovo decoro, lo fanno registrare le opere realizzate in questi ultimi anni.
Sono grandi piastrelle in buona parte conservate nella prima sala della collezione di Romolo Apicella, dove il testo narrativo racconta le “storie” di donne sorprese nella vita quotidiana un velo bianco, quasi una livida luce rococò, ammanta i corpi, le vesti; schiarisce il dettato cromatico, riducendo notevolmente l’acceso trionfo dei colori vietresi.
Le donne, dice ancora Mario Francese, sono tutto il nostro insistente sogno, ma anche le figure che scandiscono il tempo. Sono la chiave di quella spirale nella quale perdiamo il nostro orizzonte.
La ceramica conclude Francese – diviene dunque, metafora del desiderio di creare, di dar vita con le mani ad un corpo di luce.

Massimo Bignardi

SOGGETTI SACRI

Secondo il cristianesimo Dio è artista in quanto ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Questa “immagine” però, con la caduta di Adamo, è andata pian piano sfumando perché, mentre Dio è un essere illimitato, l’uomo invece ha i propri limiti. Quindi per il cristianesimo l’immagine divina per eccellenza è la forma umana del Cristo.

WhatsApp. Chat
invia via WhatsApp